Domanda:
Perché l'arte contemporanea è spesso solo automasturbazione dell'artista?
etcetera
2007-07-18 13:50:49 UTC
Ho letto un'affermazione di Botero che, chiamato a esprimersi sul valore dell'arte contemporanea raccontava di aver visto esposto in un museo una cassetta rotta come opera di un esimio artista contemporaneo. Il titolo dell'opera era altisonante, ma, diceva il pittore, immaginatevi che tra un paio di secoli quella stessa cassetta rotta venga ritrovato nel corso di scavi, pensate che venga esposta in un museo come esempio di arte del XXI secolo, o che venga considerata un reperto proveniente da una vecchia discarica?
Il discorso vale molto per le opere figurative, specialmente per la scultura, ove nessuno scultore scolpisce più nulla e le opere sono fatte nelle fonderie, ma vale anche per la musica colta di oggi in cui la ricerca si riduce a pura e velleitaria masturbazione. C'è un senso in questa perdita di ogni senso a cui assistiamo nella produzione artistica?
22 risposte:
knife
2007-07-19 00:51:47 UTC
ciao, volevo rincuorarti dicendo che ci sono scultori che ancora scolpiscono e pittori che dipingono ecc...

il problema è un altro che l'era del digitale ha portato una ventata di idiozia sull'arte stipulando quasi un contratto neo futurista e cioè che l'arte tradizionale è inutile se non passa attraverso i nuovi strumenti...

ti posso dire che ho amici pittori e scultori che continuano a fare il loro lavoro, guadagnano poco e non fanno mostre, nè tantomeno uno stron zo come cattelan li spinge a essere conosciuti, ma bravissimi.

l'arte non è morta , è solo ancora più nascosta e rara da scoprire, bisogna andare a cercarla.



lo sapete che per esporre alla biennale di Venezia basta un buon sponsor che ti dia 30 mila euro?

alla fine sono sempre i soldi che hanno la meglio...



cosa ne pensate per esempio di damien hirst? quella si che è masturbazione, senza manifesto di alcun tipo...



ahimè che dire , che fare... possiamo solo aspettare...

ciao buona giornata
anonymous
2007-07-18 13:56:07 UTC
Forse perchè rispecchia la civiltà in cui viviamo?

Una che preferisce guardare Lucignolo su Italia 1 al posto di leggere un buon libro di filosofia?

Forse perchè viviamo in un mondo dove l' attenzione risalta i cattivi esempi e non i buoni? Un mondo dove chi ha sbagliato ci guadagna e chi lavora onestamente per tutta una vita alla fine non c'è l'ha fa?



Forse....







Non scolpiscono più perchè il Computer lo ha superato, in raffinatezza, tempo, pubblico e facilità.
anonymous
2007-07-18 21:05:29 UTC
E' un segno dei tempi anche questo.

Ti parlo di quello che conosco a causa della mia attività, spesso mi capitano progetti di nuove costruzioni, abitazioni o altro che non hanno un requisito importantissimo: la fantasia. Sviluppati con un cinico software sono tutti uguali e soddisfano i requisiti abitativi moderni ma vogliamo mettere quello che può originare una matita su un foglio di carta, per me non c'è paragone.

Altre volte mi capita di ristrutturare vecchi edifici, con cornici, decori ecc. ecc. tutte opere manuali ed artigiane, spettacolari che hanno le loro piccole imperfezioni, sono queste che le rendono uniche e ancora più belle piuttosto che quelle forme prodotte in fabbrica che non presentano nessuna imperfezione, nela loro perfezione risultano sciatte ed offensive dell'estro e del genio umano, io le detesto.

Anche nell'utilizzo dei materiali di arredo urbano, nelle nostre città, riguardo a piazze ed edifici, le nostre P.A. tendono sempre più all'utilizzo di manufatti industriali, freddi e nella loro assurda perfezione completamente fuori luogo in una città del Bel Paese, vogliamo mettere l'utilizzo di manufatti artigianali o l'utilizzo di pietre naturali, spesso rimango estasiato nel scoprire e guardare vecchi edifici o piazze antiche che hanno il fascino della manualità e del vissuto, dove ogni passante ha lasciato il segno nel vialetto in mattoni, come altresì ammirare una statua in marmo in una piazza piuttosto che una composizione in ferro o una scultura fatta con le dannatissime macchine senza l'utilizzo dello scalpellino.

Io godo nell'assaporare le antiche opere e credo che anche questo sia arte ed ha un suo costo, un prodotto finito realizzato in fabbrica ha un costo irrisorio rispetto ad un'opera artigianale ed è proprio questo fattore, il costo della manodopera e la velocità di realizzazione, che sta imbruttendo il nostro Paese, ahimè ogni giorno sempre più poveri.

L'esempio da te usato mi ha riportato ad una vicenda in un noto film di L. De Crescenzo, dove il Prof. Bellavista in visita in un museo, ove venivano rappresentate opere moderne con due suoi amici, gente popolare e comune, notarono in un'esposizione un sanitario rotto come rappresentazione di arte moderna e quando lui domandò ai suoi amici "pensate cosa diranno gli uomini del futuro guardando questo vecchio pezzo igienico" e i suoi amici "professò diranno è un vecchio cesso scassato non di certo che bella opera d'arte!!!" ahahahah ... ciao e bella vita :-)))
Lino41
2007-07-18 14:23:08 UTC
Non me ne intendo di arte e ancora meno di arte contemporanea ma mi capitato di trovare delle opere d'arte, per i miei gusti ovviamente, buttate lì nella "natura", delle pietre levigate dal mare o dal fiume, o delle dune scolpite dal vento. Delle opere che chiedevano soltanto di essere scoperte o riscoperte. Forse l'arte è intesa oggi nella sua definizione essenziale di rilettura, riordino di quanto esiste già conferendogli un nuovo significato. Una tale visione delle cose credo che sia propria della fotografia: la fotografia in genere non crea opere al di fuori della fotografia stessa. I fotografi sembra che ti chiedano di aprire gli occhi, che ti dicano: "la tua realtà, guardala così. Vedi quanto è bello il tuo mondo?" Una cassetta rotta, se la sai guardare, la fai diventare tu un'opera d'arte.
susanna s
2007-07-20 06:57:50 UTC
Arte & NonArte... un tema così difficile.

Quando collaboravo con una cattedra di Legislazione dei Beni Culturali iniziavamo sempre l'esame con la domanda: cos'è, oggi, un bene culturale? Non c'era una risposta standard, ma porre allo studente il problema della definizione dell'oggetto della tutela consentiva molto rapidamente di saggiarne la capacità di comprendere lo spessore storico e la complessità delle questioni, nonché le doti logiche ed argomentative; ne bocciavamo diversi.

Secondo me, siamo in una fase nella quale la diffusione della cultura di base alla maggioranza della popolazione, unita alla sempre maggiore facilità di riproduzione delle immagini e dei suoni, spinge il mondo dell'arte ad una spasmodica ricerca di elitarismo - se faccio qualcosa che è popolare, non sarò riconosciuto come vero artista, sarò confuso con la massa - perciò cercherò di essere il più sgradevole possibile, di adottare un linguaggio incomprensibile ai più.
anonymous
2007-07-18 22:41:03 UTC
Qualcuno mi spieghi il significato artistico di un mulo vero imbalsamato appeso e imbragato a un soffitto! Personalmente l'ho vissuto come un atto di crudelta' e violenza estrema verso un animale e verso di me: quando l'ho visto poco e' mancato che urlassi di orrore e dessi di stomaco (e si che non sono un tipo facilmente impressionabile) Estrema, solenne stupida presunzione di gente che non ha nulla da dare e mercifica anche l'orrore. Quanto a Botero, ho visto le sue opere in mostra qui a Torino: simpatiche, ma non le definirei capolavori: ho visto di meglio fatto ad opera di illustri pittori sconosciuti. Non parlo dello stile e del contenuto dei suoi quadri( quello puo' piacere o non piacere: e' una cosa soggettiva) parlo proprio di tecnica pittorica, dell'uso cioe' dei pennelli e dell'arte pittorica.
anonymous
2007-07-18 14:39:18 UTC
Ciao maral107,

hai pensato anche alla "M e r d a d'artista" di Piero Manzoni, alla "Ruota di bicicletta" di Duchamp, o intendi queste come opere d'arte "non-masturbatorie"?



C'è un limite sottile tra la "consapevolezza creativa" e la semplice trasgressione che diviene narcisismo, e un discrimine (dal valore euristico anzitutto personale, ovviamente) può essere quello di giudicare della univocità/plurivocità di un'opera d'arte - sto usando dei concetti di Galvano della Volpe, o se vuoi di Mukařovský.

Se quell'opera riesce a dimostrare una sua intima coerenza "sintattica", e proseguendo "semantica", e quindi ancora "comunicativa", perchè riesce a tramettere senso efficacemente (sia esso di critica sociale, o di ironia, o di rilettura della storia artistica, o ...) allora quella potrebbe essere considerata non un'opera narcisistica, automasturbatoria, ma una solida opera d'arte.



Che poi a me o ad altri non comunichino nulla "Petruska" o "L'uccello di fuoco" di Stravinskij o "Verklärte Nacht" di Schönberg o «4'33''» o il celeberrimo "Concerto per caffettiere" di John Cage o la "Sequenza per trombone" di Luciano Berio; o gli affreschi su tela di Celiberti piuttosto che le sculture di Fernandez Armand; questo non significa che non siano valide opere d'arte - ma solo che non comunicano bene con me; e com'è ovvio, per comunicare si deve essere capaci in due, per trasmettere ma anche per ricevere, e le responsabilità di un eventuale fallimento non sono mai di una parte sola...

Allora il senso per la "perdita di senso" che tu indichi è quello , forse, di una minore capacità di accettare un modo di pensare e di agire differente dal nostro - non si tratta di "santificare" un'artista perchè è pronto a sconvolgerci, ad "aprirci" miracolosamente gli occhi sul mondo... É una retorica falsa: si tratta molto banalmente, e molto utilmente, di vedere come "pensano" gli altri...

Ti segnalo solo, fra le miriadi di pagine, una in francese con delle considerazioni illuminanti:

http://www.strasmag.com/99_dossiers/04_art/avant_garde.htm



Spero di esserti stato utile,

A presto
Nel blu dipinto di blu
2007-07-20 19:52:55 UTC
Il problema inizio' con l' asserzione che tutto e' arte o tutto puo essere arte.



Se cio e' vero allora io installo una mostra in una galleria e pagando diversi soldi faccio una grande pubblicita' nei giornali e invito i piu grandi critici, proprietari di gallerie, giornalisti e ricchi collettori di arte moderna auto-onanistica tali Satchi & Satchi all' apertura prelimiare.



I critici, i galleristi, I vari Satchi & Satchi e i giornalisti entrano e vedono una stanza completamente vuota eccetto per una CCV camera. Io mi presento come l' artista insieme a un ergumeno senza collo di spalle quadrate e alto due metri e loro mi domandano dov'e' la mia arte. A quel punto io e l' ergumeno gli appioppiamo un bel paio di schiaffi l' uno con qualche calcio nel sedere. Loro si incavolano ma io gli rispondo che gli schiaffi e i calci nel sedere complementari sono la quintessenza della mia arte figurativa in accordo con il fatto che tutto e' arte e che l' ergumeno e' il mio apprendista.



Probabilmente, a meno che gli schiaffeggiati non siano dei masochisti, le critiche che mi daranno sulla mia arte non saranno favorevoli, e nessuno dei grossi collettori e galleristi mi vorra' dare un singolo euro per gli schiaffi e calci nel sedere ricevuti. Forse mi cercheranno anche di portare in corte, ma io posso sempre dire che i miei schiaffi e calci nel sedere immortalati per la posterita' nella CCV camera hanno un grande valore artistico degno di un museo perche', a parte l' originalita' e la destrezza di esecuzione rappresentano una prova tangibile del mio disgusto per la banalita' e vacuita' di gran parte dell' arte contemporanea e specialmente di tutti quelli che la elogiano, la glorificano e la sostengono finanziarmente.



Questa storiella che mi sono inventata sembra assurda ma in effetti la mia mostra non sarebbe piu' assurda dei lavori di Piero Manzoni, Damian Hirst eccetera. Anzi forse sarebbe anche molto piu' innovativa e originale.



Cmq per me l' automasturbazione o auto-onanismo e' piu' praticato dai tipi come Satchi & Satchi, i galleristi e i critici d' arte pseudo intellettuali o pagati sottobanco dai grossi collettori d' arte contemporanea e proprietari di gallerie per sostenere i loro investimenti. Se nessuno comprasse o fosse interessato nei lavori di Manzoni, Hirst, e in particolare i critici non ne parlassero cercando di dargli dei significati inesistenti e fabbricati dalla loro grandiloquenza verbale tali lavori non esisterebbero. Esistono perche' sono stati fatti dei grossi investimenti da ricchi collettori e devono essere sostenuti e valorizzati da loro continuando a investire sempre piu' soldi in altri simili lavori.



Detto cio' l' arte riflette la cultura e la societa' nelle quali e' stata fatta. Dal tipo di arte che viene creata si legge benissimo la struttura, mentalita, stato mentale, equilibrio o squilibrio di una societa' e cultura e gran parte di cio' che e' chiamata arte contemporanea non rappresenta che l' insanita', banalita', superficialita', svuotamento di valori e ossessione col denaro della societa' in cui viviamo e come quasi tutto cio' che viene prodotto oggi velocemente e in enorme quantita' per soddisfare il mercato odierno e la propensita' di alcune sezioni del media di bombardare il pubblico con notizie banali e sensazionaliste per vendere i loro prodotti sparira' velocemente senza lasciar nessuna traccia. O al massimo, se l' umanita' sopravvivera' per raccontare la sua storia, solo un ricordo di un' periodo di insanita', squilibrio collettivo e auto distruzione.
BuBuSettete
2007-07-18 23:57:05 UTC
Forse perchè è cambiato il significato, il concetto dell'arte e tutto si riduce a semplice e squallido commercio?

Se nel Rinascimento (tanto per fare un esempio) grandi maestri hanno potuto esprimere il proprio genio grazie a commissioni e sostegno di ricchi benestanti, nel mondo contemporaneo l'arte si perde nei meccanismi di assurde regole del business. Esiste una galleria, un critico d'arte, uno sponsor, aggiungi un "artista" senza talento ma con il senso degli affari ed ottieni l'arte contemporanea: pop art, avanguardia, transavanguardia storica e via dicendo. Secondo te un paletto di piombo inserito in una tavoletta di legno combusto può essere paragonato alla Pietà di Michelangelo? Guarda la Pietà, osserva quel gioco di volumi, di chiaroscuri, la delicatezza dei lineamenti del volto di Maria, il senso di abbandono del Cristo sulle braccia della madre, scaturiti da un blocco di freddo marmo. Poi guarda il paletto di cui sopra e dimmi cosa è l'arte.

Personalmente, se dovessi usare un termine solo per definire l'arte, mi verrebbe spontaneo usare la parola "sacrificio". Sacrificio inteso come talento, genio, fatica e sentimenti di un uomo resi patrimonio di tutti.

_____________Ciao :-)
anonymous
2007-07-18 17:18:49 UTC
in questo mondo dove tutto sta cambiando ,,,anche l'arte subisce questo mutamento,, sara' che gli artisti non hanno piu' estro, o guardano divrsamente al modo di scolpire o di dipingere? , forse le cose che vorrebbero esprimere con la loro arte ,, non trovano riscontro al nuovo modo di vedere e di pensare di

! questa nuova generazione,,, non sono molto competente , ma vedo che artisti come un Raff aello un Michelangelo, al giorno d'oggi non esistono piu' tante opere d'arte che tutto il mondo ha ammirato sembra che sono destinati a rimanere unici, cosi' anche in altri campi come la musica, , hai perfettamente ragione,,, un abbraccio,
mario t
2007-07-22 01:25:02 UTC
certo leggere una affermazione di botero e prenderla per buona...uno che non sarà mai nei libri di storia dell'arte se non come "stranezza".cerchiamo invece di capire l'arte comtemporanea , ci ho provato un paio di volte ma non mi sono spiegato bene, mi lascio prendere dalla foga e la chiarezza va a rotoli, fin quando il mondo rappresentato con la sua complessità poteva essere letto e spiegato , l'artista ne era il suo diciamo...... mentore ? , il suo mestiere insieme alla propria profondità ci rendeve "chiaro "e trasparente ogni parte dello specchio..dagli anni 6o con l'ascesa in campo dell'arte concettuale quel mondo è diventato mentale , l'idea ho sostituito l'immagine , già duchamp nel '13 mise in mostra ruota di bicicletta e il water malgrado fosse un grande pittore, perchè come dissi una volta l'artista non può contenere in una immagine pittorica l'enorme e per alcuni aspetti indecifrabile complessità del mondo , ma ce lo vedete un'artista che fa un paesaggio,dopo constable o turner, o semplicemente corot? o fare scultura dopo, che sò. rodin ? (consiglio un piccolo libro di rilke su rodin ed. einaudi.) ci mancano le motivazioni manca il senso per mettersi e dipingere o fare scultura . io invece penso questo, che ciò che si fa oggi non appartenga più solo all'arte ma alla sociologia quello che vediamo è più un evento sociale , un fatto di cronaca . cioè è l'evento che viene prima dell'arte e non l'arte che lo precede come una volta.l'arte non ha più la capacità a far succedere ma è succeduta da qualcos'altro, e l'artista a rincorrere la notizia e a visualizzarla , parliamo di artisti seri intendiamoci, che ce nè ancora . questo per me è il massimo del cambiamento , al critico se ancora ci sono e hanno ancora la capacità di "leggere" si è sostituito il sociologo e forse anche lo psicologo . ma questi sono i tempi. e non cè niente da fare, consiglio la lettura di jean baudrilliard..appunto un sociologo. non basta una frase ad effetto per scompaginare il modo dell'arte contemporanea. bisogna capire. le categorie "mi piace non mi piace" non bastano più.PS.è inutile dire e ribadire che i dilettanti e quelli che fanno "corte dei miracoli" nelle gallerie e dai critici ci sono sempre stati e sempre ci saranno, sono quelli per cui la colpa del loro fallimento artistico è sempre colpa degli altri.invece che della loro intelligenza.devo aggiungere mio malgrado ma lo dico anche per me che quando si smette di capire , nasce subito il pregiudizio,subito.ed è duro togliercelo.
mappi
2007-07-19 00:18:15 UTC
Il confine tra arte (contemporanea) e non arte, e presa in giro, è un tema che mi affascina da anni. Proprio ieri leggevo in uno scritto dello psichiatra Massimo Fagioli una cosa interessante. Secondo lui l'atto creativo, per diventare artistico ha bisogno di due cose: la prima è l'originalità e la seconda è l'universalità. Come a dire che una creazione originale se non contiene in sé la possibilità di comunicare universalmente è prodotto della schizofrenia e non dell'arte.



E comunque sì, secondo me c'è un senso nella perdita di ogni senso del nostro tempo.
progettualita
2007-07-23 00:18:11 UTC
Se non sbaglio, il famoso pisciatoio/fontana di Duchamp oggi esposto è una copia da originale perduto, proprio perchè è stato scambiato per un rifiuto...

Sono stato abbastanza di recente al Centre Pompidou e al MART e ho apprezzato (e ricordato dopo l'uscita dal museo) le opere che ho visto ben di più delle opere del rinascimento italiano esposte agli Uffizi o delle opere degli impressionisti all'Orsay e al Louvre. Non voglio fare un discorso riduttivo e mi rendo conto che l'arte moderna che ho visto nei musei di cui sopra non è poi così moderna. Però in qualche misura lo "strano" e lo "stupefacente", specie se ottenuti con oggetti altrimenti quotidiani, colpiscono l'immaginazione ben di più della precisa riproduzione della natura. Non è detto che questo sia un merito di per sè, nè che questo sia lo scopo dell'Arte, ma è quel poco che posso apprezzare da profano.

Sul fatto che gli scultori non scolpiscono più ho parlato a lungo con una ragazza che ho conosciuto in treno e che fa l'accademia: diceva proprio questo e si lamentava in particolare della perdita del contatto dell'artista con la materia. Ricordo che ce l'aveva a morte con gli "scultori" che in realtà progettano installazioni.
taramot
2007-07-21 14:35:58 UTC
Beh anche la masturbazione può essere positiva per coloro che ne abbiano bisogno.



Condivido le validissime osservazioni già fatte. La societa' si trova l' arte che si merita e che specchia i suoi valori.



Aggiungo alcuni pensieri non strutturati...



I miei colleghi d' accademia facevamo lavori strambi si, ma erano collocati in una tradizione ben definita e riflettevano una grande disciplina e filosofia personale. Aveano tutti una qualità: integrità che li facevano lavorare in un mondo dove pochi gli davano retta o valore.



Vent'anni fa pensavo che l' unico atto lecito rimasto per un artista che faceva il gioco d' avanguardia (cioè l' andare sempre oltre i limiti e sfracellare le norme contemporanee del mondo dell' arte incominciato forse da Manet col suo dejuner sur l'herbe) fosse il suicidio.



Questo perché gli artisti che cercavano di dare un pugno in faccia al mondo dell'arte venivano poi assimilati e diventavano parte del sistema "arte". Dunque lotta continua tra l' artista che voleva liberarsi e mettere in dubbio il concetto arte e il mondo dell'arte che lo assorbiva inesorabilmente. La morte come arte mi sembrava l' ultimo atto disperato di liberazione.



Dunque decisi di definirmi pittore e non "artista" e di cercare di aggiungere un piccolo qualcosa alla tradizione pittorica in cui ero incanalato.



Ora prima di giudicare l' opera d'altri decido se l' opera mi interessa. Poi il processo di capirla diventa come il cercare di conoscere una persona estranea per capire come e' arrivata ad essere quello che e' avere qualche possibilità di capire cosa intendeva fare quando fa qualcosa e se c'è riuscita a farlo.



Dunque finisco con una domanda: perché costui passa la vita facendo mostre (quando ci riesce) a base di cassette rotte che probabilmente non gli danno reddito?
anonymous
2007-07-19 12:41:28 UTC
Assolutamente e perfettamente d' accordo! Ora vabbè sembrerò banale e ripetitivo, ma io a questa cosa ci avevo gia fatto caso, e l' ho sempre interpretata (come del resto tutte le altre cose) come la dimostrazione del nostro ottundimento mentale, tanto per cambiare provocato dalla società moderna. Ormai non ci si sa esprimere artisticamente, anche perchè non cè niente da esprimere... non cè curiosità, non cè la voglia..... Inoltre penso che sia in parte provocato dall' estremo individualismo tipico della nostra epoca, che spinge questi artisti a sentirsi superiori perchè, a differenza delle persone comuni, riescono a carpire il significato profondo di una scatoletta di tonno..... ah be, si vede che siamo dei poveri ignoranti... e la scatoletta di tonno è qualcosa di mitico rispetto al David di Michelangelo, che pur senza mai aver letto nulla a riguardo, posso supporre che raffigura il tipico concetto di bellezza secondo i canoni della Grecia antica.



Sisi certo come no. Arte contemporanea... bhe in effetti, se è vero che l' arte è la rappresentazione della società (Marx parlava di strutture e sovrastrutture) allora è vero, quello schifo che viene chiamato arte contemporanea ci rappresenta proprio, e quoto altamente per la stanza vuota e incolore... sarebbe lo specchio della società.



Grazie liberaldemocrazia capitalistica, grazie per queste e per tante altre amabili cose che hai fatto per noi.
anonymous
2007-07-19 01:11:08 UTC
buona dose di colpa, a mio parere, è da attribuire all'attuale

tecnologia, troppo facile per chiunque professarsi artista dato

che le tecniche manuali sono aiutate massicciamente da tutta una serie di scappatoie che suppliscono alla manualità tipica dell'artista - altro motivo è l'ignoranza artistica di coloro

che portano in alto espresioni artistiche ( diciamo così ) discutibili, un esempio eclatante è Christo, colui che impachetta stabili e monumenti, per non parlare poi di quello

che ha confezionato barattoli contenenti i suoi escrementi, il bello è che li ha venduti e che ancora oggi vengono rivenduti

a prezzi esorbitanti, è anche vero che oggi esistono molte persone dotate che faticano ad imporsi e, pertanto, scelgono

tali scorciatoie - i veri artisti, molto più che in passato, fanno fatica a farsi conoscere, spesso fanno la fame, per imporsi

devono affidarsi a terzi che con adeguato battage pubblicitario forzano la loro consacrazione, ma questo quanto costa ? e la qualità del risultato ? - credo che questo avvenga in tutti i campi artistici ( musicale compreso ), parlo

a ragion veduta in quanto mia moglie, grafica, ha abbandonato l'impegno pubblico proprio per non sottostare a tali regole, pur avendo già un nome ed una propria clientela

ora, perlomeno, quando prepara un quadro lo compone con la sua abilità manuale e, sopratutto con le emozioni del suo ingegno, poi se piace bene, altrimenti gli rimane comunque

la sua soddisfazione ed è da dire che in questo modo viene

apprezzata proprio perchè è se stessa in ogni sua opera, certo chi ha problemi a conciliare pranzo con cena non può

permettersi di agire allo stesso modo -

Aggiungo, dopo aver letto alcune Vs. considerazioni, che è vero che ci debba essere una chiave di lettura in ogni "opera", è vero che occorre avere la capacità di lettura di tali opere ma, è altrettanto vero, che determinate opere sono riservate a ben pochi, come capacità di interpretazione delle stesse, mentre il mercato che le circonda non è fatto da intenditori ma solo da "businessman" !
anonymous
2007-07-23 06:34:14 UTC
e' dalla prima meta' del novecento che si grida alla morte dell'arte... una volta ci si scandalizzava per l'informale, per la pop art, la body art, l'arte concettuale,le poetiche dell'arte intima.... ora per le installazioni prive di significato ecc.

ma non saranno mica tutte delle gran s'''e mentali, piu' di quelle degli stessi artisti e critici?
4everlu
2007-07-23 00:48:13 UTC
Secondo Botero, il dipingere dev'essere inteso come una necessità interiore, un bisogno che porta ad una esplorazione ininterrotta verso il quadro ideale. Tuttavia questo bisogno rimane sostanzialmente inappagato.

Il colore rimane tenue, mai esaltato, mai febbrile. Da notare l'assenza totale delle ombreggiature nei suoi dipinti perché essi sporcherebbero l'idea del colore che egli vuole trasmettere.

Caratteristica della pittura di Botero è l'insolita dilatazione che subiscono i suoi soggetti, che acquistano forme insolite, quasi irreali. Ma è un passaggio necessario per ben far comprendere la necessità di colore delle sue opere.

L'artista si rivela sostanzialmente distante dai suoi soggetti. Ed è proprio questa freddezza che fa scomparire dai personaggi la dimensione morale e psicologica. Gli sguardi sono sempre persi nel vuoto, gli occhi non battono, sembra quasi che vedano senza guardare.

Dice Botero:



«Bisogna descrivere qualcosa di molto locale, di molto circoscritto, qualcosa che si conosce benissimo, per poter essere capiti da tutti. Io mi sono convinto che devo essere parrocchiale, nel senso di profondamente, religiosamente legato alla mia realtà, per poter essere universale».

«Credo che l'arte debba dare all'uomo momenti di felicità, un rifugio di esistenza straordinaria, parallela a quella quotidiana. Invece gli artisti oggi preferiscono lo shock e credono che basti provocare scandalo. La povertà dell'arte contemporanea è terribile, ma nessuno ha il coraggio di dire che il re è nudo»
LvcaRvka
2007-07-20 03:00:13 UTC
I tempi cambiano, e le tradizioni nella mente delle persone forzano un po l'avvenire del nuovo...

Come tutti i cambiamenti ci vuole un po per adattarsi



Ciao Luca
anonymous
2007-07-18 22:42:30 UTC
è specchio di un malessere che l'artista sente dentro poichè innanzituto lo vede attorno a lui.
Liberator
2007-07-21 00:46:27 UTC
Sì, in via di massima posso anche essere d'accordo. Al riguardo, cito il titolo di una curiosa opera d'arte, esposta ad una Biennale di Venezia, costituita da una nicchietta di vetro con dentro quello che si può immaginare dal titolo : " Me.r.da.d'Artista".
ilgrilloelaformica
2007-07-18 18:25:32 UTC
...Botero è stato un artista innovativo, certo...ma anche delle sue produzioni non si diceva nulla di buono!!!...("ciccioni che continuano a rimpinzarsi per riempire i pittoreschi abiti!")

...quanto alla "cassetta rotta", gran parte dei reperti archeologici potrebbero subire la stessa censura, se tale censura fosse opera di artisti che giudicano l'opera di altri artisti!!!

...consiglierei a critici così spietati una visita nei MUSEI...e non una lettura dei libri (e magari!)...

perchè anche lo sterco di artista, se simbolico del rifiuto di salire su un piedistallo al riparo da occhi "ignoranti" , è frutto di arte...quell'arte che non si fa esercizio di superiorità ridicola (a meno che non si sia l'artista ad esercitarsi... e particolarmente dotato, oltretutto!!!), ma che si pone al fianco di tutti coloro che, pur non potendone riconoscere lo stile, il tratteggio o la firma, si trovano asserviti al cospetto del bello...

La masturbazione è altro...e le opere non sono tutte fatte nelle fonderie...

...ed ogni senso si perde se paradigma dell'arte diventa solo il nostro senso estetico...la nostra percezione dell'arte...o la nostra presunzione!

PER L'UTILE C'E ALTRO!

...E ALTRO PER IL DILETTEVOLE...


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
Loading...